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I ritardi nell'avviamento del programma GOL

Negli ultimi giorni la stampa nazionale, anche vicina all'area governativa, non manca di sottolineare i ritardi nell'avviamento del programma GOL. Nel mirino il Ministero che non fornisce le linee guida per la formazione e le Regioni, spesso in ritardo con i bandi per le agenzie private e con il piano di rafforzamento dei Centri per l'impiego. C'è chi tenta ancora, a sprezzo del ridicolo, di dare la colpa agli ex-Navigator: collaboratori precari espulsi da tempo dal sistema delle politiche attive del lavoro, che proprio ora potrebbero dare un prezioso contributo in uffici alle prese con la cronica carenza di risorse umane.


Qualche ritaglio:

"In attesa che venga varato un piano che stabilisca linee guida, criteri e indicazioni sui corsi di formazione o percorsi di riqualificazione divenuti obbligatori da frequentare, per un periodo di sei mesi, per non perdere il diritto a ricevere il Reddito di cittadinanza (a metà febbraio ancora non c’è traccia di un testo), come previsto dal governo nell'ultima manovra, il ministero del lavoro comunica un primo bilancio: sono 198mila i percettori di reddito di cittadinanza che nell'ambito del Programma Garanzia Occupazione Lavoro (GOL) sono stati instradati verso i percorsi di inserimento lavorativo e di aggiornamento o riqualificazione delle competenze." (Avvenire, 17/2/23)

Va ricordato, che per questa platea di beneficiari del Rdc l’obbligo di attivarsi in corsi di formazione era già previsto dalla Legge istitutiva del sussidio, la legge n.4 del 2019, ma finora è rimasto solo sulla carta. I corsi non sono partiti e nessuna segnalazione è arrivata in questi anni all’Anpal che avrebbe dovuto avvisare l’Inps per togliere il sussidio agli inadempienti.

(Sole24Ore, 18/2/23)


I corsi non sono mai iniziati e l’Anpal, deputata tra le altre cose a segnalare all’Inps i casi in cui il beneficio sarebbe stato da sospendere, ha potuto fare ben poco. (il Giornale 20/2/23)


Ma di questi circa 200mila beneficiari soltanto uno su dieci ha intrapreso nell’ambito del Gol un percorso di reinserimento nel mondo del lavoro Tra le cause principali del flop c’è, naturalmente, l’assenza di competenze. E così appena il 12,7% ha avuto accesso ai percorsi di reinserimento previsti dal Gol. Gli altri sono stati indirizzati, ai percorsi di reskilling (54,3%) e di lavoro e inclusione (9,1%). (il Secolo d'Italia, 20/2/23)



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