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"Aiutare le fasce più fragili della popolazione mi ha arricchito come persona, ora viviamo noi nell’incertezza".

Francesco Santinelli, 33 anni, laureato in scienze politiche, è uno dei nove navigator attivi in provincia dal 2019. Il suo contratto, così come gli altri, scade il 30 aprile. La speranza è di vederlo rinnovato.

 

Santinelli, il contratto sta per scadere, come vive questo clima di incertezza?

"È una situazione particolare: noi tutti speriamo che le competenze acquisite non siano disperse. Ci auguriamo che ci sia continuità. Siamo entrati in contatto con il tessuto più fragile della popolazione, è stata dura. Ora speriamo che gli sforzi portino ad avere risultati concreti".

 

Questa situazione potrebbe concludersi con un paradosso: chi cerca lavoro per gli altri, finisce per non averlo.

"Sicuramente non ci aspettavamo che a due mesi dalla scadenza ancora non avremmo avuto certezze sul nostro futuro. È soprattutto l’incertezza che crea un grande disagio, speriamo in tempi brevi di saperne di più, così anche noi potremmo muoverci in un senso o nell’altro. Ormai abbiamo acquisito conoscenze teoriche e pratiche in questo settore, così auspichiamo che la nostra figura sia preservata".

 

Per lei, perché il navigator è una figura da preservare?

"Questi particolari servizi, che richiedono dei piani di personalizzazione per l’aiuto alle persone, sono fondamentali ora più che mai, considerando la pandemia. Anzi, sarebbero da potenziare più che ridurre. È stata un’esperienza che mi ha arricchito molto e spero di avere dato un servizio alle persone che ho incontrato, in tutto 1.600 (insieme ai colleghi). Con loro si instaura un rapporto continuativo nel tempo, e sapere che hanno trovato lavoro è una grande soddisfazione. E poi c’è un altro motivo".

 

Quale?

"Come navigator di Anpal servizi abbiamo avviato un progetto di rilevazione delle opportunità occupazionali. Da ottobre, in accordo con la Regione, ci siamo occupati non solo di formulare le proposte di lavoro ai percettori del reddito, ma anche di reperire nuove offerte in tutto il territorio. Abbiamo iniziato a contattare le aziende, per capire se ci fossero le posizioni aperte, sia nell’immediato che nel lungo periodo. Queste offerte, dunque, valgono per tutti gli altri utenti dei centri per l’impiego".

 

C’è un incontro che ricorda particolarmente?

"Abbiamo seguito molte persone che, ricontattate, ci hanno detto che stavano lavorando o avevano trovato lavoro, per noi sono segnali positivi. Una volta ho avuto un colloquio con una persona e ho visto che c’era un bando in scadenza nel giro di due ore: l’ho subito stampato per poterle dare questa opportunità e poi è stata assunta. Una storia che mi è rimasta impressa, perché ho capito l’importanza del ruolo, visto che si trattava di un profilo lavorativo spendibile: e serviva solo che qualcuno connettesse le (due) esigenze".

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Marta Palazzini

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